mercoledì 20 ottobre 2010

Fuga dal Medrano tra i racconti finalisti all'Edizione di Libriamo 2010


Ho ultimato questo racconto a fine estate, in una strana dimensione sospesa, cercando di trovare i nessi che giustificassero il mondo naturale degli animali e la risposta dell'uomo, cercando canali possibilmente umani per parlare di entrambi.
La storia si muove nell'arco temporale di una notte, in cui si snodano alcuni passaggi di tempo precedenti che a loro volta, e da quello stesso fulcro, condizioneranno altri passaggi successivi. Questa dinamica delle azioni e delle risposte, l'ho smossa in maniera poco eclatante, senza cercare a tutti i costi di raggiungere un punto, di sviluppare un climax, una tensione narrativa, ma lavorando sull'intrattenimento delle atmosfere, spostando l'attenzione dal tradizionale interesse a quello che deve accadere, alla prospettiva del significato del singolo momento, senza che questo debba per forza implicare un movente immediato per giustificarsi, o una qualsiasi ragione per quello successivo. 
Il comportamento della narrazione si avvicina molto al mio modo di impostare il rapporto con il verso, cercando di rianimare ciascun tessuto della stessa grana di colore e di cura minuziosa, lasciando determinate verità o eventuali mie visioni personali, - su quello che pensi possa essere una verità-, in regioni diverse del tessuto, cercando di ottenere un quadro aperto a più  strade e a più risposte simultanee.
È stato molto bello lavorare così, senza accanirmi su quello che deve accadere e necessariamente colpire, ma cercando di creare un unico flusso stabile di accadimento, anche se in apparenza nebbioso e irreale, ma con un suo motore all'interno completo e autonomo, come se ogni parte del racconto fosse una piccola sequenza già completa nel suo nudo e nel suo succo.
Il fulcro della storia, il nodo, è velato da un vetro, il lume di una lampada e una notte di piccole rivelazioni. Il tema del Concorso, ispirato alla figura dello scrittore Giovani Comisso e al rapporto con gli animali, è stato molto stimolante, per lavorare su aspetti di umano che forse senza l'integrazione naturale  e forse grottesca, di una scimmietta avvinghiata ad un asino bianco, non avrebbero raggiunto certe particolari sfumature di contrasto nel relarsi.
La pubblicazione dei finalisti di questa magnifica esperienza, dovrebbe essere prevista per l'anno della prossima edizione. Adesso siamo in attesa di quella dello scorso anno, con la bellissima e affascinante continuazione dei "Sillabari" di Parise, elaborando testi costrutiti sulle lettere rimaste inutilizzate "per mancanza di poesia". I libri con i racconti dei vincitori e dei segnalati della scorsa edizione 2009, invece dovrebbero essere prossimi.
l.s.

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