mercoledì 10 giugno 2015

Dentro lo sguardo illuminarsi il sole


Titolo questo post con la freschezza di questo squarcio, estratto da una poesia di Alfonso Gatto, "Inverno a Roma", nella quale mi sono immerso di buon mattino, e dove ritrovo nel gioco delicato delle immagini, nel tempo e nelle luci dei suoi  movimenti, come in ciascuna di queste pennellate, una lezione di cinema. Silenziosa e sapiente. Una lezione di cinema d'inverno, come dell'amore per la vita e per il suo eterno raccontarla, (che non basta mai), nell'incanto desto di questo montaggio, fino al suo ultimo spasmo di sonoro.
Eccola:

Inverno a Roma

I bambini che pensano negli occhi
hanno l'inverno, il lungo inverno. Soli
s'appoggiano ai ginocchi per vedere
dentro lo sguardo illuminarsi il sole.
Di là, da sé, nel cielo, le bambine
ai fili luminosi della pioggia
si toccano i capelli, vanno sole
ridendo con le labbra screpolate.
Son passate nei secoli parole
d'amore e di pietà, ma le bambine
stringendo lo scialletto vanno sole,
sole nel cielo e nella pioggia. Il tetto
gocciola sugli uccelli della gronda.



























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