sabato 9 maggio 2015

"La storia" di Elsa Morante



Questo romanzo mi è entrato nel cuore e credo che non ne uscirà mai più. Ma forse vi sarà sempre stato, anche prima di leggerlo.
L'esperienza di questa lettura ha rappresentato una sorta di profonda maternità per la mia vita, con le sue altre storie e maledizioni che vi si intrecciano, che sfumano e che si ricompongono dentro e attraverso una dimensione reale e insieme immaginata. Ma il confine in questo caso non lo si avverte: ogni immagine del libro è viva e sincera quanto l'aria che in questo momento respiro, quanto l'azzurro del cielo e il verde dei pini marittimi che tremolano dietro il bianco della tenda, proprio quella che mi sta di fronte mentre scrivo.
Vi prego, vi scongiuro: parlo a tutti coloro, anche ai lettori forti, che intendono la lettura soprattutto come amenità, passatempo, che valutano la qualità e il valore di un'opera in base a quanto li distragga, li consoli, li tenga svegli durante un viaggio, o a quanto siano più o meno precoci i passaggi tra le pagine: preservate almeno questo lavoro, – che cosa vi costa – da un contesto così asfittico, al limite ignoratelo, ma lasciatelo puro, possibilmente fuori da questi schemi, ma a consumarsi, invece, nella fiamma di questo suo senso avvolgente di intimità, di spazio stregante e di respiro lento e doloroso, che a volte la traccia sublime di un essere umano raccontato consente a completamento di un quadro, di un affresco universale, che vada al di là dei tempi e degli spazi circoscritti e delle solite convenzioni che ci assediano. Senza quindi considerarlo un mero strumento di svago e di vacanza, ma una prova tangibile di quanto può arrivare nel fondo il demonio del pensiero letterario, la sua arte e officina occulta e tremenda, il suo occhiale, quanto il suo misterioso evocare e riesplorare sentimenti ed emozioni che ci sono propri, e che forse – è possibile – non sarebbero mai affiorati con una tale delicata e brutale intensità, senza la forza magica di quest'incontro.
Per questa ragione sento che Ida e Useppe, Blitz, Bella, Nino, Davide e tutto il loro mondo e il senso tragico del loro sfondo storico, sono per me da sempre esistiti, e attraverso questo libro si aggiungono alle mie percezioni e alla mia memoria, al mio bagaglio, come al mio futuro e quindi alla mia storia.
Ecco il perché.







































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