mercoledì 26 novembre 2014

Mezzanotte di fuochi


Questa sera, ritornando a casa, pensavo che la gioia più grande nello scrivere è in fondo la possibilità del sogno, della sua durata e costante filigrana in qualsiasi momento della giornata. Un sottofondo di basso continuo, un secondo cuore che pulsa in un contrattempo e mi anticipa. Niente conta di più di questo sentimento costante del sogno, che porta ad affidare alle mie parole un territorio sconnesso e insieme sicuro, dove solo perdendomici ritrovo casa.
La scrittura rimane quella zona segreta da preservare in ogni caso, al di là dei confini, delle dinamiche, delle convenzioni. È quel tipo di colore che appare solo nei sogni e che cerca di valorizzare di una nuova cromia la tessitura della mia realtà, come uno strappo dell'arazzo nella luce infinita di un mezzogiorno o di una mezzanotte di fuochi. 

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