domenica 30 novembre 2014

Nella pioggia o nella notte


Nella notte. Il solo passaggio di un suono, di un furgone che sbanda, di un uccello o di un pioviginnio, tutto resta dentro la sua fine. Nel suo sfumare, a quest'ora, si distingue l'eterno dall'effimero, la radice dallo stelo, il maschio dalla femmina, il diavolo da Dio, così come il passaggio del liquore da un ultimo bicchiere a una gola arsa. 
Ogni pensiero sbanda e prende la sua razione dal mistero dei suoni che avvolgono i rientri più tardivi del sabato notte. Così questa scrittura si stanca e si divora da sola, di quello che non dice ancora e che non sa ma che comprende, quando si sazia e si addensa di queste vibrazioni nel deserto e le tramuta nello spettro di altri segni, come di un furgone che sbanda, di un uccello o di un piovigginio, ove tutto resiste dentro la sua piccola fine e insieme dentro di me. Nello stesso secolo di cui si può impregnare un solo istante, per esempio, e diventare un inizio e poi non placarsi mai.
L'esprimersi è arricchirsi attraverso la possibilità di un ascolto che sia in primo luogo condivisione di uno stato dell'essere e non solo di un'efficienza, non più attraverso cose che possono dimostrarsi, ma solo avvenire e accadere a un altro essere mentre le si raccontano. A chi le raccoglie auguro sensazioni che sappiano di profondo, che investano il suo essere di uno stesso possibile intento di consegna, attraverso qualsiasi mezzo e possibilità, ma che si addensino a un suo sogno e non a un mio.
Non importa l'esistenza di lettori colti, approviggionati di mille concetti e di sfoggi, di erudizione, di troppi effimeri intenti e pregiudizi. Basta solo qualcuno che raccolga e che avverta in questo intento di consegna un regalo, consegnato a mano e al buio in bilico, proprio e unicamente a lui, al suo passaggio invisibile di suono e di primo sonno. Nella pioggia o nella notte.

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