sabato 28 dicembre 2013

Lucciole nei cassetti


Mi chiedi: della crescente chiusura e sfiducia che provo e sfogo verso i luoghi e gli spazi dove potrei ancora esprimermi. Mi chiedi: del crescente pessimismo che mi stringe quando comincio e mi scelgo.  Del fronte del porto o di questa linea d'ombra che non mi lascia un istante, ma perché non ti siedi.
Quanto vale questo attimo che sembra un niente, o quanto soffre quando corre un cavallo purosangue, un ghepardo, un trenino nelle foglie,  forse il tuo sguardo così dolce sull'atlante.
O della piccola scatola di Faulkner, che appena aperta conteneva le stelle del cielo. Di questo pensiero che devo spezzare mentre lo dico e del rumore di caramelle della pioggia che mi dispiace di lontano.
Oggi è l'azzurro veloce di un'isola che mi chiedi e poi ti siedi e correggi le cose più esatte e mi perdoni quelle sbagliate, come una che fa i compiti e china la testa della sua tristezza infinita, quella di chi studia a occhi socchiusi in cucina. 
Mi chiedi, ecco. E io mi chiedo questo: quanto sa di estate quest'inverno di pace assoluta, senza un grido all'aperto. Una sigaretta accesa, la crema di un tuo Mars o tutto quello che non mi dico. Un taglio nella bocca, questa parola che si mura e che non si svela. Il capezzolo rosato dalla tua camicia o l'amore di un cane. Che sole che c'è fuori. Come dissi un pomeriggio, questo nostro sole ha il tuo stesso bel culo. D'oro: che un po' ci ama, e forse stasera avremo le lucciole nei cassetti.
Però.

2 commenti:

Eletta Senso ha detto...

Invidio la donna per cui tu hai scritto e scrivi con queste carezze veloci schermate da fughe verticali. Fantastico pezzo. Magnifico.
Tu sei uno dei pochi che sa farmi trasognare attraverso le parole. Uno stile ineguagliabile, tuo come una linea di Matisse, un toro di Picasso, un collo di Modigliani.
Bravissimo. Fulgido e tenebroso pezzo che pesca giù giù.

Ele

luigi ha detto...

Aiuto: sei riuscita a tacermi.
Un piccolo grazie a tanta generosità, maestria e carineria.
l.s.