sabato 28 luglio 2012

Andreina col cappotto:incipit

Questo è uno degli incipit o zone introduttive di una serie recente di miei racconti, destinati a una successiva revisione autunnale. Cercherò di proporre quelli che ritengo più significativi e funzionali a una certa evoluzione o involuzione della mia piccola e tentata avventura di scrittura (è anche possibile attentata o stentata, chi può dirlo!) in questo momento della mia vita o in quello che è già stato quando li ho scritti, ma ancora con tutto l'amore che mi è stato concesso nel farlo. 
Buona lettura.

 Andreina col cappotto: 


 La ragazza col cappotto camminava lungo il viale degli olmi. Scendeva piano la sera. Le luci erano accese ma lasciavano nell'aria molte ombre. La ragazza col cappotto aveva un'ombra molto gentile e sottile, che disegnava il suo passo molto leggero, il suo profilo come cucito nella notte da un ago d'argento quando poi si distingueva da tutte le altre figure, umane e non umane, che solcavano il selciato nello stesso momento della sua fugace apparizione. Sempre da sola. Insegnava in una scuola privata. Era molto giovane, l'insegnante più giovane tra tutte quelle del circolo Collodi, ma anche la più severa e caruccia. Era anche quella che non perdonava mai certe mancanze. Adesso, ritornando a casa, aveva nella borsa dei compiti sgualciti, che aveva appena corretto nel parco. La ragazza col cappotto amava lavorare all'aperto e ritornare a casa solo quando era calata del tutto la sera. Non prima. Prima del buio la sua casa doveva restare vuota e lei godersi l'accensione dei lampioncini nel parco, la fretta e l'ansia dei ritorni, il mutamento del cielo, la chiusura dei negozi, rimanendo ferma, con la matita rossa ancora puntata sull'ultimo rigo, prima di andare e di infilarsela dentro i capelli, come una rosa di Spagna. Tornava nel silenzio, la ragazza col cappotto, che era anche la mia ragazza. Conosciuta in una località turistica della costiera, poi rincontrata più avanti, per puro caso, nella mia stessa piccola città. Anche io ero un insegnante, ma insegnavo l'inglese in una scuola pubblica e non portavo mai il cappotto. Il nome della ragazza col cappotto era Andrea, un nome maschile e femminile, abbastanza più raro come nome femminile,­ - ma per me Andrea era diventata Andreina, e infatti solo così la chiamavo. Abbastanza più rara Andreina, anche col suo cappotto che indossava fino ad Aprile, e anche la sua severità, dietro gli occhiali molto sottili, che sorrideva sempre così poco, e mi voleva così poco bene, non avevo ancora capito perché così tanto poco di bene proprio e solo a me, che invece l' amavo così tanto.

2 commenti:

giulia madonna ha detto...

Caro Luigi, è un incipit molto interessante. C'è un'atmosfera sospesa in cui la protagonista incede elegante e piena di oscuro fascino. Bello, davvero bello. Grazie per averlo condiviso con tutti noi.
Giulia Madonna

luigi ha detto...

Ciao, Giulia.
Sono contento che ti abbia comunicato qualcosa. Grazie sempre a te, per la tua preziosa attenzione.
l.s.