domenica 10 gennaio 2016

Intercapedini


Avverto di essere in possesso di un buon, ottimo libro, negli spazi della giornata che intercorrono tra le fasi della sua lettura, quelli che chiamo "intercapedini" di un mio spazio architettonico ed emozionale immaginario e nello stesso tempo verosimile; quindi nel rapporto che instauro in primo luogo con la sua assenza, quella legata all'atto dello sguardo nel leggere – per il resto vi rimangono presenze in ogni dove di me. Un libro importante continua a modificare gli spazi della mia giornata nell'attesa di ritornarvi. In diversi casi mi induce a rallentare o addirittura a rimandarne la lettura, dilatandone la durata quanto più possibile, questo per evitare che quell'esperienza termini troppo presto e che quindi gli spazi e intercapedini intercorsi della giornata con la lettura di un altro prossimo libro, siano orfani di quella sensazione di buon sortilegio, di quel richiamo antico e rassicurante, affettuoso e ricco di strade e di emozioni.
Credo che un vero scrittore si veda e si riconosca quando riesca a riempire con un suo libro e la sua relativa risonanza, quegli spazi particolari della giornata di un lettore, quando questo non legge. Quelli che non hanno voce, numeri, obiettivi, regole, diktat o decaloghi di sorta. Quelli nei quali ci si accorge della possibilità e intensità di quel richiamo unico e fedele,  come dell'impossibilità di sottrarsene.

l.s.
























2 commenti:

Eletta Senso ha detto...

È dall'inizio dell'anno nuovo che mi mancano queste intercapedini. Non riesco a trovare un libro che mi restituisca la magia dell'attesa. Hai qualche titolo da consigliarmi?

luigi ha detto...

Ciao, Eletta.
Ti ringrazio davvero molto della tua fiducia, che mi onora, anche se credo che si tratti di questioni e dinamiche del tutto personali e legati a tante condizioni e particolari sfumature o anche predisposizioni e inclinazioni del momento, per cui la magia dell'attesa potrebbe variare sensibilmente, con uno stesso libro, da lettore a lettore.
Ad ogni modo sono contento di lanciarti una manciata di testi, molto diversi tra loro, ma che personalmente mi hanno lasciato qualcosa di importante, o forse molto più di qualcosa, al di là della magia dell'attesa, che rimane una componente importante, ma non l'unica, ma che mi auguro ti avvenga, almeno con qualcuno o anche con uno solo di questi:

1) Il principio dell'amore, di Maeve Brennan
2) I racconti, di Maupassant
3) Un caso terribile: Ethan frome, di Edith Wharton
4) The Master, di Colm Tóibín
5) Tess, di Thomas Hardy
6) Le lettere da Capri, di Mario Soldati
7) Perturbamento, di Thomas Bernhard
8) Storia di una vedova, di Joyce Carol Oates
9) Trilogia della città, di K. di Agota Kristof
10) Stoner, di John Williams
11) Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno, di Henry Miller
12) Avventure della ragazza cattiva, di Mario Vargas Llosa
13) Mi sa che fuori è primavera, di Concita De Gregorio

Poi, nel caso ne leggi qualcuno, fammi sapere.
Un saluto e a presto!
Luigi