mercoledì 15 gennaio 2014

La mancanza e la presenza di un libro


La mancanza di un buon libro, in una mia giornata, è l'assenza di un faro, del sole, della luna. La presenza di un buon libro apporta intensità, musicalità e silenzio al tempo di lettura e di non lettura, fa lo stesso. E poi è molto importante la zona che mi separa dalla pagina, quell'istante in cui mi ricordo che quella pagina è ancora lì, che mi aspetta, a qualsiasi ora, con qualsiasi tempo, in qualsiasi circostanza o condizione, dipende solo da me se tradirla o raggiungerla, da parte sua non potrò mai avere brutte sorprese. Tutto questo apporta una particolare densità e uno spessore al mio spazio di vissuto, difficile da descrivere e da ritrovare in altri elementi e circostanze quotidiane. Più grande è il libro, più queste sensazioni sono sottili, rarefatte e profonde, molto più sottili, rarefatte e profonde di quelle legate all'ossessione dello scrivere. Credo che il leggere rimanga in assoluto l'attività più pura, più religiosa e creativa, quella che non fa rumore o clamore. In assoluto la più dolce, naturale e redditizia al mondo.

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