lunedì 17 settembre 2012

Propositi per autunno

Pochi.
Camminare, molto, che non è mai abbastanza. Camminare nel silenzio, in qualsiasi ora senza una meta precisa. (Vedi Alan Watts).
Correre. Nella corsa il pensiero spesso si azzera, qualche volta si accentua, ma non sempre. In ogni modo qualsiasi cosa avviene ne ritorna più dura e più pura. Correre è creativo.
Non pensare solo al proprio dire, se non costretto da una circostanza o da un'urgenza. Ma antecedere alla febbre del proprio dire, la sapienza chiara dell'ascoltare, chiunque dica, anche chi dice senza essere costretto da una circostanza o da un'urgenza.
Cercare le "Conversazioni sul cristianesimo" di Mario Luzi e "Diari" di Klaus Mann (che per la fretta di ieri pomeriggio mi sono lasciato sfuggire).
Frequentare dal vivo il più possibile gli odori e gli ardori dei centri storici. L'insondabile. Di prima sera o di mezzo mattino.
Revisionare il materiale con la severità giusta, ma anche con la dolcezza del distacco, quella della lontananza da un certo luogo e non solo del percorso asettico del laboratorio zooprofilattico. (Correggere con le mani sporche).
Non pianificare troppo, ma non condannare mai chi pianifica.
Buttare ancora giù quello che preme, senza pensare troppo al suo aspetto formale, ma al suo suono e sua relativa risonanza, anche al suo tipo di pressione, al suo peso. 
Verificare il silenzio tra le parole; il dolore del linguaggio che freme e che non può ancora o forse mai. Il suo movimento ginnico di spasmo nell'oscillazione tra mutismo e possibile schiusa o declino.
Imparare ad ascoltare gli altri e ad amarli per quello che dicono o per quello che provano a dire, mai per convenienza o per evenienza, ma per pura effervescenza.

Sviluppare in qualche modo questi pochi schizzi che seguono, ancora sgocciolanti, nati lungo la piazza XXIV Maggio, in risalita verso la zona marina e più solitaria, passeggiando, appena qualche pomeriggio fa:

Di questa luna d'aria
ne volse vela il tuo viso
al suo nudo di sonno,
disceso a una tempia
dal cotone bianco
delle lievi marine.


Lo specchio di lino
di una darsena
fu il verde dell'uva
che accorse il sereno,
la serata già nuova
dai lumi rosa nelle case.




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Trovo adesso questi "Propositi (pochi) per l'autunno" e mi piace molto la delicatezza della voce che li porta.

rosaturca

luigi ha detto...

Grazie, come sempre, della visita e della pregevole attenzione.
l.s.