"La parola soltanto rende la vita degna dell'uomo. Non avere parole è indegno dell'uomo, è cosa disumana. Non soltanto l'umanesimo, ma lo stesso spirito di umanità, la dignità, il rispetto che l'uomo ha per sé e per gli altri uomini sono – per intima, eterna convinzione della civilizzazione, improntata a Roma – stretti in un nodo indissolubile alla letteratura; non alla musica, o almeno non certo necessariamente.
Anzi, al contrario, la musica ha con l'umanità un rapporto talmente più labile di quello che stringe umanità e letteratura, che la disposizione per la musica viene giudicata dalla virtù, così com'è intesa dai letterati, almeno malfida, almeno sospetta.
Né è diverso il rapporto con la poesia che viene a trovarsi in una situazione simile a quella della musica; la parola e lo spirito nella poesia hanno una parte troppo indiretta, furbesca e irresponsabile e dunque altrettanto malfida. Con la letteratura, invece, con lo spirito articolato in parole, il rapporto è validissimo: civilizzazione e letteratura sono una cosa unica e identica".
Thomas Mann da Betrachtungen eines Unpolitischen. (1956).
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