Da un quadrato d'aria
più finestre che dal buio
della quercia stringono
gli occhi bruni nei polsi:
sorprendono come
il giallastro di luci
basse che incantava
la tregua spaventata
di un fanalino caldo
di un fanalino caldo
del podere accanto;
una casa vi giace nuda,
senza vita e senza sorte,
la sua cena frugata
dalle fitte cornacchie,
la sua cena frugata
dalle fitte cornacchie,
tra le tende rianima
lo spettro dei pochi
arrivi ora più incerti,
che ne sfumano
e poi tracimano
dal nero al canto
limpido dei morti,
nell'aria lontana
di una notte
di una notte
in agosto: l' ultima
in lembo d'ombra
di campi già velati
da una fervida fine,
sfumando ancora
di capelli bianchi,
di capelli bianchi,
di carri scroscianti
al palpito di luna.
al palpito di luna.
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