Squarcio notturno
Calano mura della notte.
Dall'ombra franosa delle stanze
le stradine fradice, i colletti
che incurvano dalle balze lontane
e negli abbracci più affamanti;
i soldati spalancano i cappotti
a questa chiara tenebrosa,
che imbianca a latte il nero di fondina
e ne rimbalza dai fianchi i seni felici,
dove si addestra quella paura scomparsa
che smotta sul coito ruvido l'inverno,
colmando di scapole e di nudo le narici.
I visi di quest'ora in piena faida
riscaldano gli occhi dalla poca neve,
il buio dello stormirsi dentro è breve
al primo picco d'ansia un tuo dirupo,
di chi vuol bene di un dolore lieve
come una vampa di luna il suo lupo .
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