Chi di voi non ha mai ripercorso da solo uno stesso tratto di ritorno attraversato nella sua andata con una persona amata o molto cara? E chi di voi, una volta immerso nel luogo al suo ritroso, non ha provato una sensazione di perdita, dove l'assenza di quella figura ha cominciato a bruciare e scoppiettare dentro, come un ciocco in un camino, anche se fino a qualche istante prima non sembrava nemmeno esistere e pulsare con quella certa dolorosa frequenza?
È proprio in questo luogo di percorso a ritroso che immagino il cuore e il senso del mio scrivere, da qualsiasi latitudine lo si guardi, lo si analizzi o lo si condanni; è un pezzo di strada ripercorso con la presenza di un assente o con un gruppo di assenti illustri e importanti, che cambiano i tratti della strada per il solo fatto di non esserci lungo la mia rotta verso casa. (Vedi "Il telegramma" "La compagna di classe", "L'azzurro della notte"). Qualsiasi cosa fatta senza l'altro, qualsiasi altro accompagnato in un luogo da cui distanziarmi, avrà un suono e un passo intenso e diverso. Quando scrivo parto dal suono di quel passo, con la differenza che a volte il compagno amato e assente è proprio una parte viva quanto vaga di me.
Il luogo dello scrivere potrà quindi rimanere indefinito, consacrato alle più grandi critiche, sconfitte, indifferenze, ma manterrà l'essenza di un tratto a matita e a piedi di un ritorno, che potrà significare, forse, una nuova andata.
Ogni scritto che si muove è parte di un passo caldo nella notte. Scrivo "nella notte" perché non conosco molto e non capisco molto di questa flânerie solitaria con la mia vita che ritorna a casa. Non posso capire ma posso spiegare il sentito del non capito ma del saputo. Posso scrivere di un'assenza non compresa o capita, ma saputa. Sono piani diversi di azione e di relazione. Scriverò anche di cose che conosco ma che non dico, quanto di un mistero che svelo attraverso il suo frammento lampo di negativo, lasciando appena un indizio.
Quello che poi potrà avvenire o non avvenire ai miei scritti, e qualsiasi sarà il loro luogo, non potrà mai intaccare questo strano sapore di recupero nel ritorno a piedi, dove scelgo di mantenere il filo di fiammifero nella sera, con la speranza che almeno una persona al mondo, ripercorrendo un tratto di strada senza le mie parole o con il suono della loro assenza un mio scritto, si riappropri, anche per un solo istante, dello stesso riflesso che ho svelato.
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