Ricambio generazionale: evoluzione o regressione?
di Britneyfan 94
di Britneyfan 94
Tutto scorre come un fiume, "Panta rei". Questo ciò che è stato affermato circa duemila anni fa dal filosofo Eraclito. Già duemila anni fa gli antichi Greci facevano fronte all'inesorabile scorrere del tempo, al mutamento e alla variazione. Sì, proprio di mutamento e variazione credo si parli quando si fa riferimento al modo di comunicare diffuso tra le nuove generazioni. Il 1° Gennaio 2001 è ufficialmente iniziato il III millennio, il secolo dell'elettronica, dell'informatica e soprattutto il secolo delle telecomunicazioni. La comunicazione attraverso dispositivi elettronici, quali cellulari e pc, è sempre più comune e abituale al punto da aver quasi completamente soppiantato quella "tradizionale". Ci stiamo forse allontanando dalle lunghe chiacchierate "da bar" dove si parlava di tutto e di niente? Volendo tralasciare abitudini e comportamenti soggetti a variazioni, il problema è piuttosto il regredire delle nuove generazioni che si "relazionano" attraverso questo nuovo modo di comunicare. L'uso continuo della messaggistica istantanea dovrebbe forbire e arricchire il vocabolario che al contrario si sta sempre più impoverendo. Il vero problema credo, quindi, sia dovuto all'evoluzione generazionale dove "il tutto e subito", il ridurre all'essenziale ed anche, perché no, l'assenza di fantasia ed inventiva siano diventate vere e proprie prerogative di vita. Da qui il sempre più frequente uso di abbreviazioni e di una "cerchia" sempre più ristretta di vocaboli. La generazione 20 parole appare come "annoiata" e nata stanca. Visto a cosa ha portato questo mutamento, l'evoluzione tecnologica è direttamente proporzionale alla regressione delle nuove generazioni?
Britneyfan94 III E
2 commenti:
Caro Salerno,
grazie per aver postato un mio articolo. Sono contento che vi sia piaciuto ^^
E vi ringrazio anche per aver dato continua visibilità a quello che noi ragazzi scriviamo (che un pò riflette il nostro animo). Arrisentirci.
Grazie a te.
Continua così e non demordere mai.
A presto,
Luigi
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