Questa sera ritorno da Fnac dopo mesi di assenza, (pausa estiva più un settembre in cui ho vissuto davvero molto poco il centro). Faccio il mio solito giro, una rapida occhiata ai titoli di maggior richiamo: in gran vista sia Auster che l'opera prima di Giordano"La solitudine dei numeri primi". Ma in fondo cerco un'edizione interessante della Gerusalemme del Tasso. Un'occhiata rapida ai computer e poi ancora libri, di tutti i tipi. Scorgo anche "Insomnia" di Miller, con una lunga parte scritta in americano e delle foto all'interno molto belle dell'autore e di alcuni dipinti strani, che non ho modo di approfondire, e poi ancora una valanga di titoli e soprattutto di autori, dei quali ignoro del tutto l'esistenza. La sensazione che provo quando molti nomi mi risuonano ignoti è sempre la stessa: quanto sia difficile rimanere al tempo con i tempi mutevoli delle idee, e soprattutto quanto dovrebbe costare controllare e seguire tutto. In fondo opero una mia selezione naturale, quella che mi porta a riconoscere libri strani e misteriosi e semmai ad ignorarne altri, che potrebbero essere altrettanto meravigliosi e vicini alla mia sensibilità. Ma credo sempre di più che nel gusto e nella passione verso l'espressività letteraria, vi siano dei sentieri personali e poco controllabili che spesso portano in direzioni lontane e imperscrutabili, ma che ti tengono almeno al passo con la tua idea personale dell'esprimerti in parole, e con le radici lontane ma vive di quella tua sete del momento.
Sarà forse per questo che mi va di leggere il Tasso, quando sto per cominciare, direi ad ore più che a giorni, "Plexus", di Henry Miller.
l.s.
Sarà forse per questo che mi va di leggere il Tasso, quando sto per cominciare, direi ad ore più che a giorni, "Plexus", di Henry Miller.
l.s.
2 commenti:
ciao luigi, grazie della visita
buona giornata
Altrettanto a te,
luigi
Posta un commento