Sul finire della Domenica, di solito di tutte le Domeniche, ho sempre la sensazione che qualcosa si allontani, che il giorno di festa ti dia le spalle con qualche rimprovero per quello che non hai completato, per la gestione del tuo tempo ancora troppo superficiale, imprecisa, poco metodica.
È stata una giornata semplice ma ugualmente bella: ho scritto qualcosa, ho letto qualche capitolo del Santeuil di Proust e del Mistero napoletano di Ermanno Rea, regalatomi recentemente da un carissimo amico. Al pomeriggio un caffè, in cucina sul tavolo di marmo con le poesie di Bertolucci, che sto rileggendo e ristudiando all'infinito, da oltre due anni.
Poco fa l'intervista in televisione allo scrittore Paul Auster: rischiarante, asciutta, piena di spunti, di vita. Ha raccontato di vivere a Brooklin, di scrivere ancora con la penna, perché solo così riesce a sentire la musica e la fisicità delle parole quando vengono fuori, e che davanti alla sua finestra quando lavora vede una scala antincendio e un albero del parco.
l.s.
domenica 12 ottobre 2008
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