venerdì 12 febbraio 2010

"El cant dels ocells": Casals in Puerto Rico



Credo che nei misteri dei grandi fraseggi, una grande priorità vada sempre alla varietà del legato. La bellezza e l' arte di avvolgere e di avvicinare le consonanze e i singoli gradi di un'unità tematica così apparentemente semplice e scarna, ha ragioni scientifiche ma anche misteriosamente ispirate. "El cant dels ocells" è un antico canto natalizio catalano, risalente al Medioevo,  e fatto quasi di niente, ma reso dal violoncello di Casals come un piccolo assaggio della sua grandezza stilistica: l'orizzontalità e il buon legato, grandissima minaccia per il pianismo classico, viene in questo mirabile esempio espressa come un unico grande affresco, suonato quasi senza occhi in una piccola coltre di nebbia, e in un grande respiro di arco, lineare, calmo ma terribilmente ricco di intensità espressiva. Senza bisogno di altro, di superfluo. La nota finale perde ormai del tutto di fisicità, è già altrove, più leggera di una palpebra che sogna.
Bellissimo lo sguardo sperduto della pianista appena dopo lo stacco di pedale e l'approvazione sobria e contenuta di Casals.
l.s.

2 commenti:

Sandra ha detto...

E che ne dici invece dell'approvazione delle fronde dell'albero, che danzano al di là del vetro con la loro stessa ombra?
Ciao, e grazie per farci conoscere queste cose!
Sandra

luigi ha detto...

L'atmosfera è magnifica. Ci ho fatto caso anch'io, hai ragione. Fanno parte del processo sonoro.
Grazie a te, Sandra.
luigi