È interessante scrutare le intercapedini tra le fasi del giorno, anche quelle meno evidenti e tangibili. Penso che cali la sera anche durante il giorno, potrebbero sussistere delle piccole fasi interne di declini o, al contrario, di aurore notturne. La scansione più o meno regolare delle consegne tra le fasi del giorno e della notte, disegna alcuni spazi precisi di vuoto o di anticamera, attraverso cui si ammortizzano meglio gli scatti tra una dimensione e l'altra. La notte ha quel piccolo imbuto, che non è più serale ma non è nemmeno già notturno, dove non solo le luci esterne, ma anche le abitudini interne dell'uomo si riposano o trattengono il respiro. Qualsiasi scansione temporale a volte pare farci il verso, favorirci, ristorarci, spaventarci o rassenerarci, in base alla nostra prospettiva sensibile di ascolto e di osservazione. Forse siamo il riflesso di un cambiamento costante e uno specchio di quello che avviene o che forse non avviene e non avverrà mai, ma che ci riguarda comunque. Potrebbe essere tutta un'orchestrazione precisa e mirata per favorirci, o per immalinconirci, inasprirci, intrattenerci o deluderci, la cosmologia in un grande anfiteatro cavo, dalle maschere dalle grandi bocche, o addirittura il contrario, una nostra recita senza copione e con uno straordinario e sconosciuto direttore delle luci.
Come di notte, o quasi..., è solo in queste strane fasi che si trova il coraggio di scrivere o di pensare certe cose; sarà così.
l.s.
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