"Viveva all'ultimo piano di un edificio alto e tetro che dava sul fiume. Uno di quegli edifici che sembrano tanto romantici nelle notti di pioggia e nelle notti di luna, quando le imposte sono chiuse, e anche il pesante portone, e il cartello con la scritta "affittasi piccolo appartamento libero subito" risplende di una desolazione indicibile. Uno di quegli edifici che per il resto dell'anno hanno un odore così poco romantico, dove la portinaia vive in un gabbiotto di vetro al pianterreno, stretta in uno scialle sudicio, a mescolare qualcosa in un tegame e scodellare all'infinito bocconcini prelibati al vecchio cane gonfio abbandonato su un cuscino di perline...".
Katherine Mansfield (1888-1923) dal racconto Feuille d'album
4 commenti:
Ho avuto la sensazione di una location di un terrificante film dell'orrore...
Ti ho messo nella sidebar sui blog che seguo. Posso lasciarti?
Ciao, Sandra
Certo, Sandra. Ne sono semplicemente onorato, figurati.
Mansfield abbraccia grandi profondità come scrittrice e sta davvero molto avanti. La sto scoprendo nel tempo: a volte mi raggela, in altre invece mi disgela.
Bella comunque questa tua sensazione. Anche a me mi ha trasmesso qualcosa del genere.
Grazie ancora,
Luigi
Adoro questo racconto di Catherine Mansfield. E' vero che l'estratto pubblicato qui sembra descrivere la location di un film dell'orrore, ma, nel complesso, la storia è delicata, le immagini disegnate con i tenui colori pastello di un foglio d'album e la conclusione (che ovviamente non dico, nel caso in cui qualcuno non l'abbia ancora letta) dolce e naif...
Grazie della visita, Manuela.
Mansfield è una creatura delicatissima e anche questa storia, nei suoi chiaroscuri e in tutto l'insieme, è parte viva del suo bellissimo mood...
Saluti.
l.s.
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