Ho saputo
di una nonnina
muta e bianca
addormentata
alla sua finestra.
Con la sua bocca storta,
e tutta quanta aperta,
dove di fronte a lei
si formava una luna.
Immensa e rara,
come una sfuriata
di cacio mammone,
una natica di bove,
una valanga,
un' orchessa.
Gigantesca certosa
nella camicia
profonda di olio rosso,
le s'impennava
ancor più vicina,
dentro la sua bocca
una pomata di maga,
dalla sua frolla argillosa
che nel fiordo insalivato
piano piano si spalancava.
Senza che nessuno
mai più la ritrovava.
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