Sono ancora deciso a esplorare le dinamiche delle mie scelte, a ritroso, a volte con sensi di colpa o con rammarico o anche con gioia. Riguardo al lavoro "L'azzurro della notte", ho trovato un passaggio molto interessante che mi fa riflettere su alcune mie scelte e considerazioni, in rapporto all'idea di quella luce notturna sulla storia e su tutte le dinamiche relative alla malattia:
"...l'esperienza psicoanalitica ci insegna che la paura di danneggiarsi o perdere gli occhi è tremenda nei bambini. Molti adulti mantengono questa apprensione e non vi è lesione fisica che temano più di una lesione all'occhio. Siamo anche soliti dire di tenere a una cosa più che alla luce degli occhi. Uno studio sui sogni, le fantasie e i miti, ci ha insegnato che l'apprensione per gli occhi, la paura di rimanere ciechi, spesso è un sostituto della paura della castrazione".
Sigmund Freud (Il Perturbante 1919)
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