domenica 11 aprile 2010

Perché scoprirlo soltanto ora? (Al mio padre notturno e ai miei nuovi amici, continuando nel tempo)

Ancora le mie radici, o forse dell'altro, ma sono appena rientrato ed ero da solo in macchina e sono passato per il tuo cimitero in una zona che fa paura anche alla polizia a quest'ora dolcissima e oscura di Napoli, non so nemmeno se questo buio sia ancora notturno e forse non sa né di notte né di mattino, come la tua assenza, proprio oggi che ho ripreso a riordinare i tuoi versi così personali e mi accorgo di quante cose mi passavano vicine nella nostra vita e non me ne accorgevo. Perché non me lo hai detto che Mario Luzi aveva letto la tua opera di poesia "Hansel  e Gretel", vincitrice del premio Noferi nel 1969 e stampata nello stesso anno a Firenze, nella tipografia di Marco Stilci, Borgo Santa Croce, e io avevo solo due anni e ti rovesciavo i libri dagli scaffali, perché volevo che mi amassi di più senza sapere che già mi amavi e una sera ti mangiai la pizza, per intero, perché ti chiamarono al telefono e tu ci rimanesti di un male... e dopo quella pubblicazione premiata Luzi ti scrisse così, mentre forse io era già crollato di sonno:
"C'è aderenza alla condizione d'amore e di dolore dell'uomo del meridione a cui viene fatta aperta e inconscia violenza. Ma in più c'è una libertà, un'autonomia assai matura di fronte al problema, una rivendicazione in proprio dei diritti umani e immaginosi e affatto ineconomici del poeta, per fortuna. Il mondo si può leggere anche da destra a sinistra. Non c'è un senso obbligato. Questo ho colto tra le righe, nella naturalezza e nella cultura del suo linguaggio"
Mario Luzi
... e io che non sapevo niente di tutto questo e forse non ti chiedevo mai della tua poesia perché cercavo di ucciderti dentro di me, insieme a lei, per crescere o per chissà che cosa. Adesso mi accorgo che certe cose è più bello scoprirle dopo anni che sentirsele dire dalla persona interessata, tu eri schivo, forse come me che vorrei farti leggere almeno un rigo e capire se è vero o se è tutto finto quello che sento e ogni parola a volte mi fa dolore, quasi sempre, che vorrei smettere ma non ci riesco, e a quest'ora di scrivere mi fa paura e allora ti ripago, in una notte di sabato che è già Domenica, sarà che c'è una poetessa che mi ha inviato dei versi e mi ha dato fiducia, Rosanna Palmieri, che ho trovato in gamba, chissà che cosa le avresti detto tu e mi ha fatto ritornare alle tue notti di poesia e di misteri, con la luce ancora accesa dello studio con la paura che non stessi bene e invece tu scrivevi e ancora alla mia vita e alla mia morte, così strane insieme a te.
Oggi, prima di scendere ho pensato che volevo lasciare lo spazio per i tuoi versi, in questo piccolo inferno di parole e di amore che forse grazie a te sto continuando a inventare, e vedere persone meravigliose e infinite che si incontrano con passioni diverse, Daniela Fariello con la poesia delle sue foto e Sandra Mazzinghi, che è un tornado azzurro di scrittrice e di persona  che mi ricorda la piccola grande Dorothy di Oz e le bellissime "azzurre lacrime" scritte e forse un po' versate di Stefania D'Echabor   e quelle poesie così particolari di Claudia Mazzoni e di Rosanna Palmieri, non è che saranno un tuo regalo, da lontano o un tuo piccolo bacio alla nuca mentre mi scrivo e mi perdo ancora che forse non  so più come si fa o non l'ho mai saputo (se non fosse per loro, chissà...)? Allora ho preso una tua poesia "Il fratello maggiore", che tu eri figlio unico e lo so che si tratta del fratello più grande di nonno Luigi, che zio Nicola era più piccolino e forse all'epoca non capiva nemmeno lui, ma quella poesia che hai scritto su Lillino, che morì facendo ginnastica in collegio -il primo di tutti a nascere e a morire:  mi ha trafitto di angoscia e del desiderio di chiederti ancora, un po' di tutti voi  e forse anche di me. E adesso che ormai è Domenica la scolpisco su questo post, in un momento ibrido e stregato, tra il profano e il festivo, dove i ladri e gli innamorati inciampano negli stessi baci. Un po' come noi due a quest'ora così proibita, potremmo assomigliare a due ladri o a due innamorati o agli ultimi due metronotte di Napoli in bicicletta, che scanzonano un ultimo tratto di strada nelle parole, barcollanti insieme e appena più vicini, prima di un ultimo incrocio che li separi.

Il fratello maggiore  di Michelangelo Salerno

Gli anni di scuola sono segnati
dal volto pallido del fratello maggiore
la divisa del collegio i bottoni dorati
i corti stivaletti le lunghe camerate.
Dietro la porta in fondo
perennemente in agguato
un fantasma con ali ed artigli
antico signore del castello
adunco testardo restio a lasciarsi sfrattare.
E questo fratello maggiore
nonostante l'estrema debolezza
che dall'ombelico gli saliva
al pomo d'Adamo
era comunque segno di coraggio
mano stretta nel buio
e per certe note femminee
degli occhi del profilo
figura materna.

Il pallore segno premonitore
di morte prematura?
Il fratello maggiore morì ragazzo
la spina dorsale spezzata
per una caduta
si consumò di piaghe nel letto
su alla villa.

La sera della sua morte
le stelle brillavano alte.
Nella campagna
le ombre il silenzio.

Michelangelo Salerno da "Gabbia di ansie" Forum Edizioni 1977 Forlì

3 commenti:

Daniela Fariello ha detto...

Notte, luogo di ombre e di segreti che a volte diventano confidati. Sono sicura che tuo padre legge tutto ciò che scrivi e, chissà, forse a volte parla ancora al mondo attraverso te.
Daniela

Anonimo ha detto...

Luigi, ti rispondo, mentre le lacrime scendono. Non mi vergogno a dirlo.
Lui, è qui con me mentre scrivo, quando guardo il "foglio bianco" guardo la sua foto e sorride.
Le mie sorelle quando vengono a casa mia, dicono che la mia foto sorride di più... sono tre copie uguali. Qualcosa rimane sempre in sospeso a tutti noi che perdiamo un padre. Il cammino però ci aiuta a decifrare, e sono convinta che, sono loro che progettano incontri meravigliosi come i nostri, per tenderci una mano. A tanto amore... rispondono con amore. Sono angeli. Grazie Luigi per avermi dato un posto nella sfera dei tuoi affetti. Un abbraccio
Stefania

sandra ha detto...

E' una grande cosa per me esser citata in questo post che entra dentro l'anima come un coltello arroventato si insinua in un panetto di burro! Ed essere accostata a nomi come il tuo, quello di TUO PADRE, quello del grande toscanissimo Luzi, e quelli delle più "piccole", ma immense Daniela, Rosanna, Stefania e Claudia!
Grazie. Sandra