L'impatto con il primo testo par les poèsies di Rimbaud, nella pregevolissima edizione dei Meridiani curata da Diana Grange Fiori, mi rivela diverse importanti sfumature, a mio parere essenziali per il tentativo di acclimatarsi con il respiro e con i tempi più ostici dell'opera nel suo insieme, ancora oggi così singolare e in diversi punti più avanzati ancora meravigliosamente impenetrabile.
Il quadro sinottico del testo originale de "Les ètrennes des orphelins", rimane ostinatamente disteso nei fruscii degli ambienti e in quelli più profondi della solitudine disperata, quando saltano agli occhi i magnifici rintocchi: e quell'impercettibile chuchotement del secondo verso, letteralmente il sussurro. In questo punto mi sono soffermato a rileggere e a confrontare i due termini e a percepire la continuità del sibilo italiano con la diversa dolcezza quasi baciata del corrispettivo francese, e ancora i movimenti delle tende nel vento, che sembrano rappresentare un leitmotiv sotteso, costante: ...sous le long rideau blanc qui tremble, dove si realizza un effetto mirabilmente fotografico dello spostamento e insieme del nitore di una sonorità spettrale che si propaga, con l'ampiezza di un volo funebre di avvoltoio, sui punti successivi e soffocanti di quella stessa insolita bellezza e del vuoto fisico e tangibile della morte; e ancora effetti morbidi, avvolgenti tra l'ambiente interno e l'esterno: la bise hivernale, le tourbilloner, un bruit lontan, un lointain murmure...Sans clefs! Nella mirabile sapienza di un gioco estetico a tratti raggelante di angoscia e di grandissimi effetti visivi, Rimbaud lavora con lo stelo tremante e sensuale delle situazioni più distillate e rarefatte per oscillarsi al polso l'ampolla del suo liquore.
Le strenne degli orfani, lo stesso titolo che schiude in un paesaggio di ombra invasiva e già perenne, dal suo primo nobile ingresso dell'attacco: la chambre est pleine d'ombre...
Terribilmente incantevole.
l.s.
Il quadro sinottico del testo originale de "Les ètrennes des orphelins", rimane ostinatamente disteso nei fruscii degli ambienti e in quelli più profondi della solitudine disperata, quando saltano agli occhi i magnifici rintocchi: e quell'impercettibile chuchotement del secondo verso, letteralmente il sussurro. In questo punto mi sono soffermato a rileggere e a confrontare i due termini e a percepire la continuità del sibilo italiano con la diversa dolcezza quasi baciata del corrispettivo francese, e ancora i movimenti delle tende nel vento, che sembrano rappresentare un leitmotiv sotteso, costante: ...sous le long rideau blanc qui tremble, dove si realizza un effetto mirabilmente fotografico dello spostamento e insieme del nitore di una sonorità spettrale che si propaga, con l'ampiezza di un volo funebre di avvoltoio, sui punti successivi e soffocanti di quella stessa insolita bellezza e del vuoto fisico e tangibile della morte; e ancora effetti morbidi, avvolgenti tra l'ambiente interno e l'esterno: la bise hivernale, le tourbilloner, un bruit lontan, un lointain murmure...Sans clefs! Nella mirabile sapienza di un gioco estetico a tratti raggelante di angoscia e di grandissimi effetti visivi, Rimbaud lavora con lo stelo tremante e sensuale delle situazioni più distillate e rarefatte per oscillarsi al polso l'ampolla del suo liquore.
Le strenne degli orfani, lo stesso titolo che schiude in un paesaggio di ombra invasiva e già perenne, dal suo primo nobile ingresso dell'attacco: la chambre est pleine d'ombre...
Terribilmente incantevole.
l.s.
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