"In effetti bisogna trovare qualcosa di assolutamente originale".
"Tipo?".
"Qualcosa che lasci stecchiti, che renda tutto inevitabile".
"Troppo tortuoso. Le parole le puoi evitare subito, più di ogni altra cosa. È così semplice".
"Tu dici? Io non credo sai?".
"Per cui? Che cosa mi consigli allora?".
"Guarda, se vuoi essere veramente originale, comincia dal finale e poi torna indietro".
"Che cosa?".
"Inversione. Il libro che ritorna, che si arrotola dalla sua fine al suo inizio. Lo fai finire e poi alla fine cominciare".
"Ma che senso ha?".
"È sicuro che al finale ci arriveranno tutti. Su questo non avrai concorrenze, tanto è la fine quella che conta, no?".
"Sai che forse hai proprio ragione?".
"L'importante è che tu scelga un finale sensazionale".
"Adesso comincio subito".
"Adesso..
.finisci subito! Fai attenzione a non confonderti, però! Altrimenti sarai come tutti gli altri e non dimenticarti la parola fine".
"Dopo il primo capitolo?".
"Dopo l'ultimo, vuoi dire".
"Intendo in ordine di scrittura".
"Certo, in ordine di scrittura. Guarda, a questo punto, per essere proprio originali, ti consiglio... dopo il primo paragrafo, ecco!".
"Il primo
ultimo paragrafo intendi?".
"Certo, quello con cui concluderesti e con il quale inizi".
"Ma come faranno a capire che quello non è un inizio?".
"Perché ci metti la parola fine, no?".
"E tu credi che una sola parola giustifichi un finale che inizia? Senza una preparazione, una tensione, un' attesa?".
"Ma tu pretendi troppo. Questi problemi te li stai facendo inutilmente, credimi. Comincia a finire e verrà tutto semplice".
"Ma dovrei scrivere comunque un inizio, almeno dentro di me, anche se gli altri non lo sanno, per creare un finale. Altrimenti da dove diavolo nascerebbe una fine?".
"Nasce dal nulla. Non trovo alcuna differenza tra un finale e un inizio, è tutta una questione di prospettive. Io le toglierei tutte queste etichette. I veri libri non hanno limiti, non hanno inizi, né finali. La struttura è libera, non hanno cieli né terra, sono sospesi e felici. I libri veri, intendo".
"E allora perché mi stai dicendo di cominciare con un finale? Perché non sarò mai in grado di scrivere un libro vero?".
"Io ti ho detto di finire e non di cominciare e poi parlavo in generale. Tu pensa al tuo lavoro e rimani lì dentro. Il resto si vedrà. Devi andare semplicemente incontro al tuo lettore: non farlo soffrire, né spazientire, e poi incoraggiarlo, accontentarlo, appagarlo, coccolarlo, stimolarlo, entusiasmarlo, e senza che lui faccia il minimo sforzo".
"Forse...è proprio così che si fa; ma quante cose però, e poi tutte insieme".
" Buon lavoro, allora, che adesso si è fatto tardi e io devo proprio andare".
"Grazie, grazie di tutto. Farò tesoro".
"E tieni duro, mi raccomando. Fino alla fine, se puoi".
"Forse è più corretto...fino all'inizio, se puoi".
"Ti devo un caffè. Stavolta hai ragione tu".
l.s.