Mi è capitato nel pomeriggio di quest'ultimo fine settimana, di sbirciare con un po' di calma negli stralci pungenti del Marinetti futurista e vorace svecchiatore ad ogni costo, dai testi dispersi di una pregevole edizione critica che raccoglie più saggi sul manifesto futurista e sulla sua controversa poetica.
Oltre alle sue interessanti quanto affilate sperimentazioni nella lingua francese su Victor Hugo, dove già si ritrovava citato il nostro Leopardi, ricordando giusto nell'attacco del primo verso: "J'aime Léopardi, poète ivre d'azur"...di grande effetto e luminescenza, ecco ritornarvi ancora, stavolta in lingua italiana, con un'insolita quanto originale prospettiva sul suo filosofico canto, da sempre così grande e pulito:
"Leopardi è felice.
Felicità di cantare senza più tensione di nervi o urto di sassi come farebbe un ruscello innamorato degli alberi e degli uccelli.
La poesia di Leopardi è un sentiero che uscito dalla forra buia del dolore va deliziandosi di farfalle lungo le acque di un fiume che per il suo estuario beato tocca un paradiso di raggi e aeroplani capriolanti nel tessere una nuova trama della vita...Quella della sua agreste fusione con la natura è una umile inconfutabile lezione di ottimismo".
Da Leopardi Maestro D'Ottimismo di F.T. Marinetti.
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