Pomeriggio: rileggo l'ultima poesia di Sirio di Bertolucci e riattacco un nuovo canto della Gerusalemme. Una stoccata dopo l'altra, in cucina, sul tavolo di marmo, mentre sale il caffè.
Adesso cambio macchinetta. Stamattina ne è arrivata una più piccola, da una sola tazza.
La poesia nel pomeriggio distende il tempo.
La giornata sembra ferma e serena, mentre rallenta.
L'inquietudine del bello, del perfetto, e la luce dal balcone che scende, come il caffè nella gola.
L'ultimo della vecchia macchinetta e di questo Gennaio.
l.s.
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