Mi imbatto, circa un mesetto fa, in una schiera ben nutrita di bancarelle di libri usati, nella zona del centro storico della mia città.
Un volume piccolo, a un prezzo irrisorio: Tre saggi sulla teoria della sessualità, di Sigmund Freud.
In un volume così minuto, una mirabile concentrazione di intuizioni e ricerche su uno degli aspetti fondamentali della sua straordinaria ricerca.
I tre saggi sono corredati da note di approfondimento, e abbracciano tutte le sfumature più sottili degli aspetti devianti dell'individuo, con analisi approfondite sul comportamento nelle varie fasi della sua crescita e maturazione.
Penso a quanto la perseveranza di questa scienza così appassionata, abbia contribuito alla consapevolezza della natura profonda e dolorosa dell'uomo, e a quanti squarci di letteratura del Novecento si siano imbevuti e poi rappresi di quei percorsi d'indagine così misteriosi e seduttivi.
Basti pensare al fascino delle soglie surrealiste più agguerrite, e al rapporto diretto con l'inconscio e le strutture poetiche di Thomas, o alle bellissime e toccanti pagine bertolucciane, invischiate nell'ansia profonda delle sue origini e dei contesti vivi e luminescenti delle sue rêveries, ombrate di quel calmo mistero sognante, nei suoi passi più elegiaci e sofferti.
Qualche verso:
"Freud ha ragione
ma torto, la nevrosi è sì la condizione
della salute...
daLa crescita di una bambina- Viaggio d'invernoA. Bertolucci.
E allora mi rifugio in questo intreccio di scientificità e mistero, dove cercare risposte impossibili, ma che rendono ancora viva la ricerca di chi tenta di esprimersi, comunque, attraverso il mutarsi imprevedibile dei tempi e dei dissesti.
E tutto questo mondo, scaturito attraverso un piccolo volume, edizioni Dall'Oglio del 1949, trovato a pochi euro, in un giorno caldo d'Autunno.
l.s.
0 commenti:
Posta un commento