Aprile trascorreva dal mare
nella cruna di case e maioliche
suonando tirreniche le posate
che rompono il silenzio delle barche,
gli specchi fawn della darsena
al muro di madre delle tue risate.
La sera ci darà più lontani,
aperta come un velo di suora
nella vacanza della passeggiata,
i tuoi capelli raccolti all'aurora.
Dispersa in solitudine al tempo
nel canto baltico di un ricordo,
la giornata si corica in un lampo
alla carezza finita di uno sguardo.
martedì 10 aprile 2012
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