
Non che sia stato semplicissimo, anzi. La storia di per sé si presentava come un romanzone piuttosto metallico e farraginoso, corroso da alcuni tratti terribili e spettrali che non ho potuto ridimensionare, per quanto abbia voluto articolarlo su più direzioni parallele.
Lo lasciavo stagionare, dopo ripetuti interventi, ma in fondo il suo impianto era e rimarrà sempre quello di una lunga fiaba nera, dai tratti tesi e oscuri di tutte le fiabe senza troppe luci. Una metafora sul deserto di affettività di una famiglia alle prese con l'improvviso mistero di follia di Martine Menier e del terribile rimedio per mantenere all'oscuro la comunità del lago da quella sua "colpa". I personaggi come figure mutanti, che incarnano la desolazione di un tempo e di un luogo mutilati di sacralità e di arte.
Questa mattina ho lavorato alla versione podcast del suo primo capitolo, che in effetti ho dovuto ridimensionare per ragioni di equilibri formali e di respiro della traccia. Insomma un proposito di svilupparlo come story in progress. Il primo passo è quello che di solito dovrebbe sintetizzare lo spirito e tracciare il solco di tutto il resto del percorso. In effetti l'ho fatto e ne sono piuttosto soddisfatto e anche divertito. Per la scelta delle musiche ho cercato abbastanza e ho trovato un lavoro molto interessante di Dac Crowell (nella foto)

C'è poi da dire che non essendo un attore, nel podcast ho cercato di tratteggiare i tempi e le tensioni della mia scrittura più che quelli estetici della lettura. Ho utilizzato lo stesso procedimento di memoria e di immagini che adopero durante la scrittura del testo, guardandolo dal di sotto e dal di dentro, per fargli prendere la vita che io sento.
"Vacanza di lago" è regolato dalla seguenta licenza Creative Commons:
È tutto. Penso che entro stanotte o domani, il primo capitolo sarà disponibile sul mio podcast.
Mi auguro che possa stimolarvi e lasciarvi comunque qualcosa.
Buona serata a tutti,
l.s.
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