Metà settembre: notturno di tuoni.
A grovigli, senza sosta. Un territorio comune di incubi, risacche di luce e di vuoti d'aria.
E penso ancora che per ciascuno che li ascolti ci sia sempre un fantasma diverso, più o meno romantico o minaccioso, a fare da cassa di risonanza a quella scorza oscura di angoscia.
p.s.
Stamattina c'è il sereno:
gli operai hanno ripreso
dal balcone silenzioso
a ritmo pieno.
l.s.
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