Dall'affresco dell'opera bertolucciana, è imprescindibile il taglio saggistico di Paolo Lagazzi.
Eccone un assaggio da Rêverie e destino, quando esamina, mirabilmente a fondo, la complessità poetica di Viaggio d'inverno:
"Dietro tutto questo (e altro) dilagare dell'ansia, ciò che trapela è, certo, il Proust più luttuoso: quello della vanità dell'amore, di fronte alle voragini del tempo. Ma tutto e solo bertolucciano è il pudore nella pronuncia di quest'ansia: quel suo bisogno di rimuoverne l'ombra estrema, o di non tenderla mai...".
Paolo Lagazzi.
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