Ho deciso di copiare in questo post l'Incipit di un romanzo che ho trovato la scorsa estate nella libreria di mia madre, per puro caso, senza nemmeno sapere che quel libro esistesse, ma soprattutto che fosse finito in quella casa, quindi così raggiungibile, senza sforzo, senza costi o ricerche particolari, davvero a due passi da me. Mia madre non ricordava se quel romanzo fosse stato un regalo, un acquisto, un prestito, una dimenticanza di qualcuno. Il mistero della presenza di quel libro lo ha accompagnato in una delle mie letture estive in cartaceo e ancora lo accompagna, anche stasera, che ho appena finito di cenare e ne scrivo. Quando l'origine dell'oggetto libro non è sempre identificabile e quindi riconosciuta, tutto questo aggiunge nitore e profondità al suo spirito, come alla sua esistenza silenziosa quanto ingiustificata in un'altra vita. Come al suo titolo: "Mi riconosci".
Il romanzo comincia così:
"La solitudine dell'artista è un numero da circo non annunciato, diceva un poeta. Centinaia di persone sotto un tendone con i visi che seguono un punto, senza respirare".
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