"Questa è solo la mia opinione personale, ma scrivere un romanzo è un processo lento e poco appariscente. Non vi si può trovare il minimo «glamour». Te ne stai chiuso in una stanza ad arrovellarti su ogni frase – forse è meglio così, anzi no, forse è meglio in quest'altro modo –, a porti domande seduto alla scrivania, e dopo aver passato un'intera giornata a perfezionare una riga, non c'è nessuno che sia lì ad applaudire. Nessuno che venga a darti una pacca sulla schiena dicendoti: «Bravo, bel lavoro!» Nessuno che noti il livello letterario di quella riga. Tutto quello che puoi fare è convincerti da solo di essere riuscito nel tuo intento, annuendo in silenzio. Questo significa scrivere. Un lavoro gramo che richiede tempo e fatica.
Al mondo ci sono persone che impiegano magari un anno a costruire minuziosamente, con lunghe pinze, una nave dentro una bottiglia. Io non ho una buona manualità e non sarei capace di un'operazione tanto complicata, ma scrivere un romanzo è forse qualcosa che ci assomiglia. Essenzialmente, nella mia intima natura, penso di avere molto in comune con quelle persone. Un romanziere procede nel suo lavoro giorno dopo giorno nel chiuso di una stanza. Quasi indefinitamente. Chi per natura non è adatto a questo tipo di attività, o diciamo chi non ama lambiccarsi il cervello, non può continuare a scrivere a lungo".
Murakami Haruki, da "Il mestiere dello scrittore".
0 commenti:
Posta un commento