In questa frase di cortile,
scandita dal balcone
da un canarino bianco,
da un canarino bianco,
come forcipe che strazia
tra le ossa le più dure
di un mezzogiorno,
malferma ed intatta –
malferma ed intatta –
tra pendoli e bicchieri
puliti e ben strofinati,
nel panno azzurro che soleggia
al gomito rotto che la riannoda –
l'occhiata bassa del metronotte,
che rinchiude il suo viso
allo stipite e lo riannega,
stralcio dal suo gran sonno,
come il sempreverde
lume ad olio nell'otre.
0 commenti:
Posta un commento