martedì 13 marzo 2012

Bowling e margherite: Scrittura in Divertissement. L'aria di Aprile.


Concludo il romanzo di Manuela Giacchetta "Bowling e margherite" Las Vegas Edizioni, letto e acquistato in formato ePub, avendo già avuto modo di conoscere la scrittura di Manuela attraverso alcuni suoi racconti molto originali ed efficaci.
Lo concludo con ancora addosso l'aria di Aprile che questa storia lascia dentro a chi la esplora e vi entra nel modo giusto. La scrittura di Manuela ha questa particolare freschezza, ancora pungente in certi momenti del racconto,  ma con la compensazione di ampie schiarite e soleggiate, che lasciano a chi legge e a chi ha finito un paragrafo, un capitolo o anche tutto il romanzo, la sensazione di aver visitato e vissuto un luogo aperto. 
April air, era il nome di un gruppo musicale che volevano formare degli amici, davvero molto bravi. Mi confidarono il nome del gruppo fantasma, che a dispetto di quello che non è mai stato, mi ritorna dopo anni soltanto adesso, grazie a questo momento letterario così disteso e particolare, che ho letto senza fatica ma anche senza fretta. Mosso prima di tutto dalla curiosità, dallo scoprire Manuela come romanziera. 
Vengo al punto.
È una scrittura divertita e non divertente, è divertita di esserci e di esistere; gioisce di scorrere senza misurarsi in forza di getto o frazione cardiaca di eiezione, in temperatura o luminosità dell'acqua, in appariscenza. Non è un romanzo in posa, che si aggiusta i capelli prima del flash.
La storia si basa sul divertissement di figure e situazioni contestuali a un mondo noto e abbordabile, in apparenza comune a certe particolari trame e sottotrame generazionali, celando però, attraverso i vari sviluppi delle situazioni, una profonda sensazione di smarrimento e disorientamento – sarà forse questo il grosso nodo che ostacola Lorenzo, nebbioso protagonista senza slanci, nell'affrontare con il giusto abbandono l'Ulisse (mastino napoletano) di Joyce e la sua parallela vita magrolina e stanca, Odissea di spasmi e trafitture quotidiane. Da Lorenzo (magnificato ma poco Magnifico) e dalle sue gesta implose, trattenute e smozzicate, parte il senso etimologico del termine divertimento, a cui alludevo, legato anche alla musicalità della scrittura, come lo associo nello specifico della storia: non solo svago, leggerezza, allegria, ma anche "allontanarsi", fedele alla radice latina del termine che indica il volgere altrove (divertĕre) essendo composto da dis e da vertĕre (volgere). Se dovessero chiedermi di che parla questo romanzo io risponderei: della lontananza-divertimento nel nulla paralizzante dei propri sogni e del proprio reale. Della ricerca dell'aria di Aprile in questa dicotomia dolorosa, che se si entra a fondo un po' spaventa.
Ecco il punto chiave della mia lettura: non è soltanto la leggerezza o l'apparente tensione-apprensione affettuosa o turbolenta dei temi, che richiamano la gestazione quasi materna del divertimento, (inteso in relazione all'approccio alla lingua, allo stile, ai ritmi narranti, a particolari espressioni con cui spesso la scrittrice accende dei lampeggianti suggestivi tra i paragrafi), ma anche la dedizione a una prospettiva di indagine ispirata e intima del personaggio, che si oppone ad un'altra, antitetica, e che rimane un fattore costante nella storia, fino all'ultimo sprint, dove il romanzo davvero spicca il volo.
Lorenzo cerca qualcosa allontanandosi e allontanando, ma anche divertendosi nel gioco di fuga da purosangue, come accade nella forma musicale corrispettiva del divertissement a cui questo romanzo si avvicina moltissimo.
Lavoro anche molto fisico e sincero. Anche negli squarci più intimi la scrittrice non risparmia la sua tavolozza cromatica e riesce a intingere di quell'aria di Aprile di cui accennavo all'inizio, gli occhi, i sorrisi, le gambe magre e scoperte, le scollature e i delicati nudi dei personaggi e della sua storia.
Verso il finale pare davvero di vivere una rincorsa in pantaloncini corti, una schiarita; è una sensazione precisa, ottenuta con maestria e generosità e che lascia un bel segno nell'aria, molto vivo e radioso.
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