Sto riscoprendo l'importanza della rilettura di un testo, e una volta riletto mi accorgo che non è neppure troppo corretto parlare di una rilettura, come di un qualcosa di già percorso, sgualcito e masticato da riprendere in mano, ma di una lettura autentica e viva, a tutti gli effetti. Quando il testo è interessante, mi apre a una serie di nuovi connotati e informazioni, che la prima volta potevano essermi sfuggiti o affiorati confusi e appannati. Tutto riprende a funzionare, ma senza ripetizioni. Non credo che sia il finale o il flusso degli eventi a determinare un'interesse per la lettura di una storia, ma è la modalità e tutto quello che consente alla storia di mantenersi in piedi e di imprigionarmi o di lanciarmi altrove. Quella della trama è la parte esterna, la corteccia; esistono tanti altri strati sovrapposti e altrettanto preziosi, che mi portano dentro un'esplorazione molto diversa e fertile. Questo è ciò che è avvenuto con i testi che ho ripreso e che ho consultato, anche diverso tempo dopo la loro prima lettura.
l.s
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