Quando sento l'esigenza di scrivere, avviene qualcosa. A livello fisico e quindi mentale. In sinergia. Di solito una sorta di molestia, che cerca sempre i momenti peggiori per affiorare. Quando sono fuori casa, e non ho nulla a portata di mano per fissare qualcosa. Dovrei tenerlo a memoria, ma poi non ho il tempo. Devo fare altro, non posso perdermi così. Eppure le parole di quell'attimo, che per ogni secondo passato si fanno sempre più lontane, sfumate e nebbiose, anche se rapprese alla loro radice nella testa, non ritorneranno mai più nel loro flusso naturale, primigenio. Il fiume va fermato nell'attimo, ma devo essere sempre io a gestire il travolgimento e a lasciarmi trascinare. In ogni modo sono tanti gli istanti perduti, quelli che non ho fermato per tempo, perché arrivati in questi momenti sbagliati, fuori luogo. Forse messi tutti insieme sono molto più numerosi di quelli che ho fermato. Ne sono almeno il doppio, se non di più.
Sono questi la mia vera ricchezza.
l.s.
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