lunedì 7 dicembre 2009

Prospettiva e profondità sonora in Mann

La grande scrittura si riconosce anche e soprattutto nei piccoli dettagli sfumati, a volte è come un pozzo senza fondo ricco di scoperte, sorprese, piccoli incanti. È proprio nei pressi di una cisterna vuota, che Mann adopera questo insolito e superbo movimento di macchina e di suoni, direzionando l'effetto delle luci serali in una direzione opposta al consueto calarsi dell'oscuro, ma lanciandole verso l'alto in una sorta di immaginaria domificazione. Il passaggio è molto intenso e riuscito, sotteso dall'incontro del primo fratello Ruben con una figura ombrosa di un guardiano misterioso, che gli innesca la paura e il dubbio, prima della discesa alla ricerca di Giuseppe. Ecco il passo analizzato, estratto dal romanzo "Il giovane Giuseppe":
"Ma tra le prime ombre del crepuscolo, nella sussurrante sera che saliva con grandi stelle, Ruben, il figlio di Lia, seguendo lunghi cammini, spingeva il suo asino, che portava tutto l'occorrente, da Dotan, verso la tomba di Giuseppe, per compiere quello che nella precedente notte aveva deciso con amore e con ansia".
Così in questo paragrafo, dove si concentrano in contrappunto elementi di umano e musica degli ambienti, tensioni dello spirito e dei luoghi.

l.s.

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