Catturando gli attimi degli attimi, come il geco gli insetti, sul muro bianco e un poco rosa dell'estate. Ogni tormento di pagina ricorre in questo assedio ventilato alle parti lontane di un solo istante. Lasciando che il tempo lo taccia e poi lo forgi, come il vento di una notte la facciata di quel rudere più in fondo, dove dal buio delle scale una donna avrà cucito fino ad accecarsi, nell'incavo azzurro della lampada e della sua esistenza. Quando ormai tutto tace, se la mia stessa vita che riscrivo vi rimane muta, nel pegno del ricordo e in quel momento di cenere che si rosa sui vetri, poco dopo l'incendio di un bosco.
mercoledì 10 maggio 2017
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