giovedì 4 maggio 2017

Estratto da un mio romanzo inedito



"Sì. Sono certa che vi siano delle fasi di non esistenza, che non vengono conteggiate dalla misurazione del tempo. Come quelle in cui ci si dimentica di qualcosa, o anche solo di esistere. Come adesso, per esempio", disse la donna, con un filo di voce, che Ottavio fece fatica a percepire.
”È possibile, ma quando dimentico non so di dimenticare, almeno in quel momento...", le disse con imbarazzo, guardandole la nuca, le spalle immobili, molto esili e piuttosto simili a quelle di sua sorella Despina.
"Potremmo dimenticare anche in seguito qualcosa. Potremmo dimenticare di aver conosciuto, visitato, amato, ucciso. Potremmo non sapere più alcune cose fondamentali di noi, come di qualcuno che ci sta accanto. Potremmo non avere il controllo totale sulle nostre scelte, azioni, volontà, per colpa della dimenticanza, dell'oblio. Lei non crede?", disse la donna, adesso con un tono di voce alquanto percepibile.
La radio smise. I respiri di Ottavio e della giovane donna seduta all'interno di quella camera ritornarono dentro ciascuno di loro.
"La radio. Si è spenta da sola", disse Ottavio.

l.s.

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