mercoledì 23 settembre 2015

"Paese" di Alfonso Gatto




In questo suggestivo "Paese", estratto dalla raccolta "Isola"(1929-1932), si addensano nei tratti parti sensibili e acute del mistero e delle prime sonorità della poetica di Gatto. Delle pennellate morbide, senza la necessità del verso, ripongono ogni quadro estetico nella sua piccola anfora, dritte al proprio rogo sentimentale di appartenenza, verso una comune luce e verità poetica. Tutto un fluire armonico di sensazioni, bagliori, palpiti, massaggi, profumi e abbondanze, che si dipingono e si riversano da soli nella continuità di un'incessante policromia. Ma da notare anche quanto tutto sia chiaro, stabile, rotondo. Le parole si succedono in una limpidezza elementare e inebriante.

Paese

Nella notte d'inverno i bambini piangono, cacciati nelle tasche dei briganti. In un magazzino fumoso i cuochi allegri battono i mestoli sulle caldaie, ed i parrucchieri arruffano di crema il volto alle smorfiose. Nella caserma rotolano le botti. Il maresciallo bacia sul volto i carrettieri allibiti. Le donne si calano nelle brache enormi e s'addormentano sazie tra le mammelle.

Alfonso Gatto da "Isola" (1929-1932)


















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