"L'ingresso del dadaismo (come di ogni altra avanguardia) tra le pareti asettiche del museo, è parallelo e complementare al suo ingresso sopra i sudici banchi del mercato. Il museo e il mercato sono assolutamente contigui e comunicanti, anzi sono le due facciate di un medesimo edificio sociale: il prezzo e il pregio si identificano, agendo rispettivamente sopra il versante praticamente attivo o teoricamente ozioso del fenomeno estetico.
Se il museo è la figura reale dell'autonomia dell'arte, esso è insieme la figura compensatrice della sua eteronomia mercantile. L'arte discende sì al livello del mercato, ma da questo bagno salutare di rugosa realtà, di stimolante concretezza, viene poi immediatamente ribaltata nell'alto e inoffensivo olimpo dei classici.
Il processo rimane misterioso, finché non sia colto nella totalità del suo meccanismo, finché cioè non si comprenda che il museo ha la sua specifica ragione d'essere nella sublimazione che ivi avviene di tutta la realtà commerciale del fatto estetico: è il prolungamento superiore ed estremo dell'arte come merce, dove, placandosi alfine il tumulto violento del denaro, la realtà nasconde la testa tra le nuvole, e il prodotto artistico sta come quella cosa che non c'è somma che la possa pagare".
Edoardo Sanguineti- Ideologia e linguaggio.
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