Fino a pochi minuti fa avvertivo ancora le loro voci, quelle fioche e surreali della processione notturna, che ogni settembre, a quest'ora, spiana la sua calma verso il santuario. Gli alberi, non potati a dovere, quest'anno mi hanno impedito di scorgere le tante figure in fila, che procedono come scolaresche senza tempo, per raggiungere nella nottata il sentiero che ricordo denominato "dei cento minuti a piedi", quando lo intravidi dalla mia macchina, qualche pomeriggio estivo che ero di passaggio lungo l'orlo del bosco, per salire verso la montagna.
La pioggia ha smesso da un pezzo. L'aria è rappresa da una costante schiarita e dalla creta modellata di queste voci antiche, appena stonate, che ancora si addensano e già ti perdono nel silenzio.
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