Di notte:
tra i sassi
freschi nel buio
fremono alberi
come carrozze,
senza selciati
e certezza
di tempo.
I fiochi rumori
raggelano
i moti d'aria
degli occhi,
e visi minuti
alla deriva
compaiono,
scompaiono
dai vetri
di finestre
di cucine,
ospedaletti
di montagna
e firmanenti
di pigiami
di moccio azzurro
su pochi colori,
tra nuove cime
e lontananze
coraggiose
coraggiose
di corriere
schioccanti
schioccanti
nelle curve
mute del sisma;
poi una stradetta
in leggera salita,
e una
piccola
lanterna
piccola
lanterna
rosata
di fumo
e mosche,
di fumo
e mosche,
che adesso
fiuta e strema
lo spasmo
silenzioso
di un altro
incontro,
dov'è il
passo caldo
di una ragazza
in un tormento,
svelato nella
tenebra fitta
del suo
tuono
di latte.
tuono
di latte.
Mentre tutto
ancora vi tace:
quanto la sciarpa
folta della morte
travolge di pace
la cornetta
appuntita
della suora
francese...
se ancora
riscrive
riscrive
nel vuoto
lupesco
del
sonno,
del
sonno,
ma poi
ritorna
ritorna
daccapo –
col suo frusciare
lentissimo
di calamaio –
riflessa ormai
dai secoli
invisibili
della candela
sulla
parete
celeste,
da una casa
d'argilla
diroccata
di lucciole.
l.s.
di lucciole.
l.s.
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