giovedì 5 febbraio 2009

La porta chiusa di King


"Non c'è bisogno che il vostro luogo di scrittura sia sontuoso e non vi è necessario uno scrittoio con alzata a saracinesca in cui riporre i vostri strumenti di scrittura. Io ho scritto i miei primi due romanzi pubblicati, Carrie e Le notti di Salem, su una roulotte, battendoli sui tasti dell'Olivetti portatile di mia moglie e tenendo in bilico sulle cosce uno scrittoio da bambini...Il luogo può essere umile (probabilmente è bene che lo sia, come mi sembra di aver già accennato), e ha in realtà bisogno di un solo elemento: una porta che si abbia la voglia di chiudere".
Stephen King da "On Writing- Autobiografia di un mestiere.
Mi accorgo, nel tempo, che questo testo racchiuda una serie di consigli importanti e preziosi, soprattutto per chi abbia deciso di mettersi a fare sul serio.
l.s.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho ancora ben capito se sto facendo sul serio, o no. Il pregio di questo libro è che aiuta a capire la fatica che c'è nella scrittura. Non è la stessa di chi fa l'operaio (una vita che ho fatto sino a qualche tempo fa); è un'altra d'accordo. Ma è impegno, dubbi, pugni in testa, esasperazione, disperazione: fatica.

luigi ha detto...

Concordo. È fatica. Fatica e gioia.
Ciao.
Luigi