giovedì 18 agosto 2016

Dappertutto l'anima violata grida:


L'artiglio di Guido Ceronetti, sempre sommerso in un'esattezza spietata e sanguigna, dal capitolo Dolore- Tempo- Thanatos:  la donna in tre immagini (L'occhiale malinconico):

"Benedette le età che conobbero il lume delle candele, i corpi nudi rischiarati dalla fiamma illuminés par l'ardeur du charbon, in cui la donna si spogliava e si accendeva nel chiarore di una luce viva che aveva la forma e il mistero dell'occhio umano. Qualsiasi luce elettrica è uno sfregio di rasoio sul mettersi a nudo di un corpo desiderabile; è il chiaroscuro animato, la luce vacillante l'abito aureolare della donna che si spoglia. C'è subito bruciore di stupro intorno a un corpo che si denuda in una lametta di luce artificiale, con gli alti voltaggi è quasi assassinio e i fasci diretti dei riflettori sui culami esposti, negli spogliarelli e nei si gira del miserabile Cinema, sono bollature veterinarie del mattatoio sadista. Dappertutto l'anima violata grida...".
































2 commenti:

Eletta Senso ha detto...

C'è una grazia così insolita e stonata con i tempi dell'esibizione da lasciare a bocca aperta.
Beati i poeti che sanno arginare la bellezza nello spazio del sacro. Beate le anime pudiche.

luigi ha detto...

Condivido in pieno, Eletta.
Una buona giornata – dalle buone luci naturali e raccolte – a te!
Luigi