[...]Musica proveniente dalla stanza vicina. Qualche accordo abortito, come un sussulto che finisce in un comico singhiozzo.
LEI (teatrale) E certe sere il silenzio sarà nero come nei giardini solitari dell'infanzia; e certe sere la luna scivolerà sui tetti della città; una volta il vento entrerà dalla finestra aperta portando un odore di terra bagnata; e una notte la pioggia batterà sui vetri e mi sembrerà allora che le gocce siano le mie lacrime. E ci saranno notti d'inverno con i fiocchi di neve che vorticano intorno al lampione, e queste notti saranno le più solitarie perché mi porteranno la certezza della tua morte.
LUI (asciugandosi rapidamente una lacrima con un dito) Così, per anni e anni. [...]
Agota Kristof
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