Questo silenzio della notte, questo di adesso di cui posso scrivere perché lo avverto presente, ha il peso di un pugile nella gola e ride dentro la mia stanza come in una vagina. Il lume acceso sul tavolo è ordinato da questo silenzio. Così le penne e le matite. L'iPod. Così le pareti, l'odore familiare della mia casa, della mia cena, delle mie tende appena smosse.
Questo silenzio rimane puro dei suoi contenuti, di quello che è stato già detto prima e che sarà squillato poi. Non ha grammatica, talenti, fascinazioni semantiche, deserti, dirupi, confini, errori. Occupa una sua zona stabile e insondabile dove siedo. Gusto questa pace tombale di oceano, intatta di latte e di anime nere, di luci rosa e verdi, di candelabri, di cinema all'aperto. Dentro l'assenza di suono vorticano i miei ricordi come spettri. Senza parole si respira lo stesso. Si annega senza un fondo. Se ogni mia parola brillasse di questa rotondità, avrei l'esattezza dei 440 hertz, quando scocca il nucleo dell'accordo perfetto. Il cluster del pendolo di mezzanotte, che dopo anni riprende per incanto a funzionare, senza che nessun braccio al mondo abbia mai frugato nel suo confessionale o sportellino di sagrestia, dove è riposto il topo del suo cuore.
Ho sentito un clacson: un accompagnamento tardivo di una coppia di fidanzati tristi del venerdì. La sento scendere dall'auto, sepolta dal sonno, con la gonna stropicciata e sporca di gelato. Lui la guarda incedere verso il portone. Aspetta che si giri, mentre lei apre una mano a fatica; l'altro sputa una gomma e fa manovra. Il motore si allontana, come la paura della luna e le mani addosso.
Ritorna la pace di poco prima, senza motori. Il silenzio è appiccicoso di gomma americana, come le parole e la ribellione di dire e di tacere. Le scarpe alte e infelici di un primo sabato allontanano i fantasmi nella cenere. La notte risale alla gola a frantumi. Zoppica.
4 commenti:
Un'inquietante stabilità nelle tue figure, quella di un quotidiano che si puntella a forza contro l'immensità che la sommuove senza fine.
Buongiorno, Luigi.
rosaturca
Visita davvero graditissima.
Molto intensa e illuminante la tua lettura.
Un buongiorno anche a te
l.s.
Le tue parole hanno una rotondità di cristallo: permettono alla luce di rifrangersi creando arcobaleni semantici.
Un caro saluto
Eletta
Ringrazio Eletta (in ritardo perché appena rientrato da fuori) e i suoi tranelli altrettanto arcobaleneschi!
l.s.
Posta un commento