Nell'appassionarsi e nel dedicarsi a un processo narrativo di finzione, esiste sempre qualcosa di misterioso e di edificante, che oltrepassa la fase più superficiale, evanescente o impalpabile del percorso immaginario raccontato e assorbito, e che persiste, nel tempo, oltre quell'esperienza e dentro di noi, come un nutrimento profondo, sotterraneo e insostituibile.
In questo breve e significativo passaggio dal romanzo "Gli innamoramenti", dello scrittore Javier Marías, che adesso segue, questo concetto è scandito con grande maestria e precisione:
"Si tratta di un romanzo, e quanto accade nei romanzi è indifferente e si dimentica, una volta terminati. Le cose interessanti sono le possibilità e le idee che ci inoculano e ci portano attraverso i loro casi immaginari, rimangono in noi con maggiore nitidezza dei fatti reali e li teniamo in maggiore considerazione".
0 commenti:
Posta un commento